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Cura dei tumori, UNIFI nello spazio con un progetto finanziato da E.S.A

Un progetto condotto nello spazio da UNIFI, finanziato da E.S.A e in collaborazione con la N.A.S.A, che rappresenta uno studio scientifico d’avanguardia in grado di far compiere potenziali progressi nella cura dei tumori.

Cura dei tumori, UNIFI nello spazio con un progetto finanziato da E.S.A

Il progetto Immune Cell Activation, coordinato dal Principal Investigator Professor Mario Milco D’Elios e condotto in prima persona dalla Dottoressa Chiara Della Bella insieme alla Dottoressa Marisa Benagiano, entrambe assegniste del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, si prefigge di studiare le funzioni dei linfociti T nello spazio al fine di valutare se la microgravità della stazione spaziale  possa essere l’habitat più idoneo per la “produzione” di linfociti T “killer” diretti contro i tumori.

 

Il progetto I.C.A. è frutto della collaborazione con il gruppo Colorobbia di Vinci e Kayser Italia di Livorno e nasce dalla combinazione tra immunologia e nanomedicina per lo sviluppo di linfociti T che abbiano due caratteristiche principali:

  1. I linfociti T selezionati sono specifici per il melanoma e capaci di raggiungere selettivamente il distretto tumorale;
  2. Sono dotati di capacità “potenziate” anti-tumorali grazie a nano particelle ferromagnetiche messe a punto con protocollo originale per poter penetrare efficientemente dentro le cellule.

 

Grazie ai linfociti T le nanoparticelle possono arrivare alla sede tumorale senza essere bloccate dal fegato dove si fermerebbero se venissero iniettate libere nel nostro organismo.

 

Il progetto I.C.A. si compone di più fasi.

In una prima fase presso il DMSC sono stati preparati linfociti T specifici contro il melanoma. Questi linfociti T diretti contro il melanoma sono stati spediti congelati a meno 80°C al Kennedy Space Center di Cape Canaveral in Florida, U.S.A., sede dei lanci spaziali della N.A.S.A.

 

Nella seconda fase i linfociti T prodotti al DMSC sono dunque stati scongelati nei laboratori N.A.S.A. di Cape Canaveral dalla dr.ssa Chiara Della Bella insieme alla dr.ssa Marisa Benagiano. I linfociti T così ottenuti saranno successivamente assemblati in dispositivi ingegneristicamente avanzati con le nanoparticelle ferromagnetiche. Saranno utilizzati come controllo anche preparazioni di linfociti B e di cellule di melanoma sempre preparate presso il DMSC.

Una volta assemblati all’interno dei “device” appropriati i linfociti T, i linfociti B e le cellule di melanoma saranno lanciati nello spazio da Cape Canaveral e una volta sulla stazione spaziale internazionale I.S.S. avverrà l’incorporazione delle nano particelle all’interno delle cellule secondo un protocollo definito.

 

Tramite procedure automatizzate all’interno della stazione spaziale I.S.S. avverrà l’attivazione cellulare con la conseguente raccolta, anch’essa automatizzata di RNA messaggero e sovranatanti, che verranno conservati all’interno della stazione spaziale fino al loro ritorno sulla Terra.

 

Una volta tornati a Terra e recapitati ad UNIFI nell’ultima fase del progetto I.C.A. saranno studiati tutti i prodotti di attivazione o inibizione cellulare conseguenti all’esperimento avvenuto nello spazio.

 

“Questo progetto condotto nello spazio insieme a E.S.A. e alla N.A.S.A. rappresenta non solo uno studio scientifico pioneristico altamente innovativo, dice la dr.ssa Della Bella, ma avrà anche sicuramente ricadute positive per la cura dei tumori sul nostro pianeta”.

 

29 Gennaio 2024 (Archiviata)

 

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